venerdì 20 marzo 2015

L'Italia delle opportunità

L'Italia è una penisola posizionata al centro del mar Mediterraneo, la sua storia è tra le più ricche del pianeta, la culla dell'Impero romano.
E' un Paese che oltre la sua storia, ha avuto difficoltà a costruirsi una sua strategia personalizzata.
Se facciamo un salto nel tempo, portandoci dopo le due guerre mondiali,  ci prova Enrico Mattei, la sua lungimiranza lo porta a ritagliarsi la sua fetta di torta nell'affare energetico del momento.
Quella è l'Italia degli anni 50, da cinque anni è finita la seconda guerra mondiale ed ogni nazione prova a risollevarsi. Il compito è più arduo per quei paesi che hanno avuto parecchi danni, sia dal punto di vista delle infrastrutture che in termine di sconfitta del conflitto. L'Italia in quel periodo sembra avere la giusta dose di volontà di rivalsa. Ma torniamo a Mattei, intuisce che un mondo moderno, non può fare a meno di energia. L'Italia, come tutto il mondo aveva da poco perso il treno della cannabis e quindi non rimaneva che, il petrolio. Il padre dell'ENI, mette in campo tutte le sue forze per poter entrare nell'affare, ma anche i suoi concorrenti fanno il loro mestiere e di certo non hanno voglia di perdere il monopolio di fornituta di petrolio all'Europa occidentale.
Alla fine della storia, il 27, ottobre 1962 muore Enrico Mattei in un "incidente aereo" punto.
Perde l'imprenditore di Acqualagna ed a gustare la vittoria insieme alle "sette sorelle" ci sono delle persone che ancora oggi vivono dalle luci della ribalta, persone che vivono di lussuosi scarti altrui.
In questa sintesi, la cosa che trovo più orrenda e che fatti del genere non provocano l'indignazione più estrema, la ricchezza di un intero popolo accaparrata da un centinaio di persone può solleticare e giustificare l'arrivismo umano.
Senza toglire nulla al valore italiano, credo che questa indicazione parte da lontano. Tra il 1500 e il 1600 durante i conflitti tra la corona di Francia e la corona spagnola, la classe dirigente italiana non si scherava apertmente, na dall'una che dall'altra parte e di volta in volta sceglievano di stare con la Francia o con la Spagna. Da li il detto attribuito a Guicciardini "Franza o Spagna, purché se magna".
Tornando ai giorni nostri, gli anni 60 furono assai importanti per la nostra nazione, dopo la disastrosa sconfitta del 45, anche dal punto di vista morale. Già nel 1962, fu fondato G10, di cui l'Italia faceva parte, nel 76 si fondò il G7, quindi vediamo il nostro Paese che ha voglia di riscossa. Dopo questo apice, che dura ancora qualche anno, si comincia ad intraprendere un leggero declino sul piano dell'interesse pubblico. Tutto ciò che in questi 30/40 anni si era fatto in nome e per conto del valore nazionale cambia e comincia a trasformarsi in interesse del singolo o dei singoli. In quei anni in Italia succedono fatti importanti, il caso Moro, il divorzio tra banca d'Italia e Tesoro e così via, scegliendoci così la strada che percorriamo in questi anni, dove alcuni scalini della piramide sociali sono stati praticamente soppressi a beneficio dei piani superiori e non di certo di quelli inferiori.
Oggi, dopo anni di sfiducia dei cittadini nella politica, mentre di tanto in tanto apparivano i nuovi salvatori di alcune classi sociali, si è formato un movimento chiamato 5 Stelle.
Se io volessi dare una valutazione a questo Movimento, devo dire che sono cambiati i rapporti con i cittadini, sono e cercano di essere coerenti con le cose dette nelle campagne elettorali, ma chi di loro ha un intenso rapporto con la politica e della diplomazia di cui essa è fatta, si è reso subito conto che la politica a grandi linee non si fa certo di pancia o come si suol dire. Quando si rappresenta un paese come l'Italia, capisci subito che non puoi affidarti all'istinto, come  non ci si affida ad esso, neanche quando si parla della nostra piccola cellula che è la famiglia. Certo, sul piatto ci sono soluzioni vere come il reddito di cittadinanza, legge antucorruzione e altro. Per decidere, in democrazia bisogna avere i numeri e quando i numeri per decidere non  si hanno si può fare opposizione, che non è per niente un mestiere inutile.
Nella nostra Italia c'è un vuoto di pensiero sull'imigrazione, si è delineata una retta che divide, chi è per i rspingimenti e chi è per l'accoglienza, senza capire il perché questo accade e non si capisce perché non ci sono menti in grado di farlo, al contrario si è capito che è un disegno fatto da tempo e che nessuno da solo può risolvere. Tutti quelli che fuggono dalle proprie terre per arrivare nelle zone ricche, non fuggono da piogge di meteoriti, terromoti o maremoti, fuggono da guerre e miserie tutte opere create dall'uomo e non dalla natura.
Tutti sappiamo che l'antidoto a questo esodo di massa è l'uomo.
Basta pensare che l'1x1000 del pil, dei trenta paesi più ricchi al mondo, ammonta a 62 miliardi di dollari, mentre il pil intero, dei sessanta paesi più poveri è di 200 miliardi.
Questa è l'unica strada, il resto appare nell'atavico disegno, che è quello di separare, cernire il genere umano in categorie: uomo-donna; bianco-nero; eterosessuale-omossessuale e così va.
La mia più grande paura non arriva da quel migliaio di persone che si sono messe a capo del mondo per onorare il loro piano luciferino no, sono quei pochi milioni di uomini che per un misero stipendio rendono possibile questo piano diaboliko.

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